VolvoTitolo: Le mie canzoni sono come le Volvo: durano trent’anni 
Autore: Leonard Cohen
Curatori: Marco Spagnoli, Giuseppe Episcopo
Anno di edizione: 1998
Editore: Stampa Alternativa
Collana: Millelire
pagine: 32
formato: …
ISBN: 9788872264515
Prezzo: € 1,00

Il libro è una raccolta di pensieri di Cohen, organizzato dai curatori come un “vocabolario minimo”. Segue un estratto pubblicato sul sito stampalternativa.it:

 

 

 

Cicatrici – I bambini mostrano in maniera orgogliosa le loro cicatrici. Gli amanti lo fanno a letto per rivelare segreti. Le cicatrici sono ciò che accade alle parole quando diventano carne.
Figli – Avere dei figli è come dormire sul vento. Hai sentimenti che ti rendono incapace di rifutare certe cose: conti su di loro, bruci dentro di essi, siedi confortevolmente nel centro dell’incendio del desiderio. Non provi a impedire di rimanere bruciato da una fiammella. Se opponi la piú piccolo resistenza, soffri orribilmente. Mi piace dedicarmi a loro.
Intellettuali – Gli intellettuali di oggi sono statue di marmo, incapaci di formulare soluzioni alternative, nemmeno utopistiche, com’era accaduto negli anni passati. E’ ora di ammetterlo: l’intellettuale è traditore, vive di parole e della frustrazione di non vederle vivere.
Scrivere – Scrivere è una disciplina assai dura e ho sempre ammirato le persone che riescono a farlo in fretta e bene. C’è qualcosa di pazzesco e di non molto sano nel momento in cui mi concetro. Ogni parola che scrivo mi fa sudare. E’ una lotta, ma non ho rimpianti.
Sto sempre a scalfire le pagine, ad annerirle con righe senza fine, ma ci vuole molto tempo prima che emerga quello che ti permette di mantenere un certo tipo di autostima riguardo alla materia dello scrivere.
Scribacchio, sempre qualcosa. Oggi il mio unico bisogno è di riunire tutto ciò che sono. Non mi sento piú solo uno scrittore o solo un cantante: io sono “la voce di un diario vivente”.
La mia mente si chiude quando sento gli scrittori parlare dei loro metodi di scrittura. La parola scritta è cosí affascinante che tutti si sentono in dovere di discuterne, di darle voce con la bocca anziché con i libri. Il problema degli scrittori è che non sono capaci di tacere, non sanno scegliere il silenzio. Uno scrittore dovrebbe esprimere il suo amore per l’arte con un maggiore impegno e non con i giochi o i giri di parole.

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